"Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo"

Paolo Borsellino

SPORTELLO SOS GIUSTIZIA

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Il riutilizzo sociali dei beni confiscati alla luce del nuovo codice antimafiaProblemi e prospettive territoriali






 


 Il riutilizzo sociali dei beni confiscati alla luce del nuovo codice antimafia.
                    Problemi e prospettive territoriali
  

dalla Redazione di Libera 

presidio Territoriale Afragola - Casoria

In una realtà  spesso dimenticata dalle istituzioni, aggredita dagli interessi criminali, e da un' allarmante  passività sociale; un dibattito pubblico  rappresenta sempre una boccata d'ossigeno  per la democrazia. Quello tenuto lo scorso 12 aprile, 2012, ad Afragola  è stato un incontro particolarmente  formativo per la nostra cittadinanza , un dialogo - organizzato dall'associazione Libera-  con diverse figure, della  magistratura, del terzo settore , dell'associazionismo  - per discutere insieme  su   "il riutilizzo sociale dei beni alla luce del nuovo codice antimafia" . Come è possibile trasformare in modo tangibile il territorio, ridando alla cittadinanza quei beni che appartenevano a cosche mafiose? Questo era l'interrogativo al centro del dibattito.
Don Tonino Palmese, referente Regione Campaniadell'associazione Libera,  ha subito sottolineato l'importanza del tema  in questione "Abbiamo vinto, perché innanzitutto siamo qui".   Esserci,   riuscire  cioè a  discutere e declinare insieme  le diverse sfumature  di un problema è già il primo passo di vittoria contro il silenzio omertoso delle mafie.
Il giornalista Marco Di Caterino, in veste di moderatore, ha puntualizzato come proprio sul territorio afragolese, dove  ci sono  clan camorristici tra i più potenti della geografia  criminale campana, la pericolosità  consiste proprio nel consenso che  riescono ad ottenere sulla popolazione, oltre che dal loro effettivo potere di infiltrazione.
E proprio su questo discorso si è agganciatoilMagistrato della DDA Marco Del Gaudio, sottolineando come il problema non è  quello di dare informazioni, di spiegare alla cittadinanza i successi della magistratura, che ci sono stati; ma il vero punto è quello di scardinare quel consenso e quel muro di omertà mafioso, e iniziale un percorso collaborativo con una cittadinanza che deve essere attiva e responsabile rispetto al fenomeno camorristico. Loro sono organizzati, noi non sempre.
Poi, per dare un più ampio respiro al discorso, partendo da un punto giuridico e tecnico,  è intervenuto Davide Pati,dirigenza nazionale sui beni confiscati.
  figura di spessore all'interno dell'associazione Libera.
Discorso mirato a spiegare il percorso, spesso difficoltoso e tortuoso, che porta all'utilizzazione sociale di un bene confiscato alla mafia.
Dopo essere intervenuto il vicesindaco di Afragola, assicurando che l'amministrazione si sarebbe impegnata a collaborare attivamente  con l'associazione, ha risposto Geppino Fiorenza, referente regionale di Libera Regione Campania;marcando invece  gli screzi, e le rotture che si erano venuto a creare tra Libera e l'amministrazione comunale.
Infine Maria Saccardo, la referente del presidio Libera Afragola-Casoria,  dopo aver ringraziato  i diversi rappresentanti delle forze dell'ordine, delle scuole o di altre istituzione intervenute; ha   illustrato il lavoro di denuncia dello  stato di abbandono dei beni presenti sui comuni di Afragola e Casoria -   testimoniato con  foto e con mappe  che scorrevano sugli schermi mentre proseguivano i diversi interventi. Una mappatura completa dello stato di abbonando dei beni confiscati alla mafia, realizzata sul territorio e mostrata alla cittadinanza, è la dimostrazione lampante di decenni di malgoverno, e di potere di infiltrazione delle mafie.  Lo stato di abbandono è allarmante e la gestione è pessima.
Libera, una parola così semplice, un'idea, è riuscita a trasformarsi in un insieme di associazioni, in un contenitore che man mano cresce e trasforma concretamente il territorio aumentando la partecipazione civica, formando una coscienza responsabile sui fenomeni mafiosi. In poco tempo, da semplice idea, Libera è divenuta un  un polmone di legalità su territori incancreniti dalla camorra; e  come un treno trasforma positivamente il senso di responsabilità civico.
Riuscire a ridare alla cittadinanza, quello che ci hanno tolto i mafiosi, è il segno più evidente di questa rivoluzione democratica.


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Fonte:liberaafragolacasoria.com 12 Aprile 2012

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