"Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo"

Paolo Borsellino

SPORTELLO SOS GIUSTIZIA

SPORTELLO SOS GIUSTIZIA

14 ANNI DOPO Ricordare Albero, Rosario e Salvatore. Noi ci siamo, e continueremo a combattere affinché mai si ripetono queste tragedie, frutto della barbarie della camorra

















   14 ANNI DOPO
 Ricordare Albero, Rosario e Salvatore. 
Noi ci siamo, e continueremo a combattere affinché mai si ripetono queste tragedie, frutto della barbarie della camorra


Il 20 luglio 1998,  tre giovani ragazzi, Alberto Vallefuoco, Salvatore De Falco e Rosario Flaminio, in Via Nazionale delle Puglie a Pomigliano D'Arco, nella zona nord-est di Napoli, furono assassinati, durante l'ora di spacco, davanti al bar nei pressi del pastificio Russo dove lavoravano.
Erano lì,durante la pausa lavorativa davanti ad un bar di Pomigliano D'arco , come erano soliti fare. Improvvisamente alcuni sicari, muniti di revolver e kalashnikov, iniziarono a sparare, stroncando inspiegabilmente la vita dei tre giovani.
Morti per uno scambio di persone, un assurdo errore dei dei killer. 
Si muore anche così in terra di camorra, per "sbaglio", per "errore" di assassini... 
Oggi 20 luglio 2012 ricordiamo vivamente quel gravissimo episodio delittuoso, sottolineando e ribadendo che bisogna con ogni forza dire basta a tutti questi "sbagli" , impegnandoci quotidianamente e collettivamente, con le nostre forze, per contrastare la violenza del fenomeno camorristico, che ci rende cittadini più insicuri e meno liberi.
Noi come Presidio Libera Afragola - Casoria siamo stati lì, 14 anni dopo, sul luogo del delitto,per ricordare il sangue innocente versato sui nostri territori dalla camorra.
Per ricordare in questo modo i volti di quei giovani lavoratori morti solo perché costretti a vivere in una realtà dove gli interessi criminali minano la sicurezza di ciascun cittadino.
Abbiamo portato delle rose bianche, nella speranza che questo ricordo non sia una passiva litania, ma ci dia la forza per riuscire a costruire una narrazione civica e collettiva che vede nei fenomeni della criminalità organizzata il nemico da arginare e contrastare, perché è già da troppo tempo che le guerre di camorra minano la tranquillità di tutti noi anche di chi crede di stare fuori. 
"tutto ciò ci interessa", è il messaggio da far passare alla cittadinanza. 
Difficilmente in televisione, o durante le passerelle di politici, vengono ricordati tutte le vittime di questa guerra a tratti invisibile, non pubblicamente dichiarata. 
Ricordare ciascun nome, ciascun volto, parlare con la famiglia è necessario per comprendere l'urgenza di una presa di coscienza.
Noi ci siamo, e continueremo a combattere affinché mai si ripetono queste tragedie, frutto della barbarie della camorra.

Ad Alberto, Salvatore  e  Rosario.

Libera Presidio Afragola - Casoria




Bruno Vallefuoco, il papà di Alberto, in un’intervista a Road TV: “Alberto era un ragazzo come tanti. Aveva 24 anni  e i suoi  sogni erano quelli dei ragazzi della sua età. Aveva già dovuto misurarsi con la realtà, quindi i suoi sogni erano qualcosa di più concreto. Sognava un lavoro. Perché dalle nostre parti anche il lavoro è un sogno. Sognava di farsi una famiglia. Ed è stato ucciso  mentre cercava di concretizzare qualche suo sogno. E’ stato ucciso insieme a due suoi coetanei, Rosario e Salvatore, mentre frequentava una borsa lavoro. Erano già sicuri che alla scadenza sarebbero stati assunti da questa azienda di Pomigliano. Loro non sapevano, però che questa  azienda pagava il pizzo al clan Cirella ex clan Egizio e che  nel luglio del 1998 un altro clan stava cercando di farsi spazio sul territorio. I titolari del pastificio anziché comportarsi come esemplari cittadini e denunciare tutto alla polizia, preferirono stare zitti, contribuendo ad alimentare voci diffamanti sui tre ragazzi.  Il 20 luglio del 1998, questi tre ragazzi vengono trucidati perché qualcuno è stato troppo vigliacco per rivolgersi alla polizia. E sono stati ancora trucidati nel corso delle indagini. I titolari del pastificio Russo non hanno fatto niente per aiutare le forze dell’ordine nelle indagini e nemmeno quando i giornali prezzolati dalla camorra hanno continuato a massacrare Salvatore, Rosario e Alberto. Quando hanno tentato di far credere a tutti che in fondo se la sono meritata. Non hanno mosso un dito quando sui giornali si scriveva che i tre sono stati puniti perché: “Hanno violentato una ragazza; Hanno spacciato droga per clan rivali, o uno di loro era l’amante della moglie di uno che stava in galera”. Il pastificio sapendo quello che veramente era successo ha lasciato fare. Ha continuato a negare e a non dire la verità. Vigliacchi”.







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