Non si può morire,
senza sapere il perchè!
di Libera Presdio Afrgola - Casoria
“La comunità parrocchiale
di san Mauro promuove un presidio di legalità contro ogni forma di violenza e
intolleranza” si legge nel manifesto affisso per celebrare il trigesimo di
Andrea Nollino, vittima di proiettili vaganti sparati da quei soliti ignoti.
E’ passato un mese circa
dall’episodio delittuoso e nulla sembra cambiato : “invitiamo la cittadinanza a
collaborare anche in forma anonima” tuona il vice questore Luciano Nigro,
perché, ricorda, che un aiuto concreto , oltre con la vicinanza alla famiglia,
si manifesta collaborando con forze dell’ordine, offrendo quegli elementi utili
per trovare i responsabili che non hanno ancora un volto e nome.
Prima che iniziassero le
celebrazioni religiosi, in quel fazzoletto di strada che si trova tra la chiesa
di San Mauro, il Bar di Andrea, dove è avvenuto l’episodio omicidiario, e la
sua casa, c'è stato questa sorta di presidio di legalità, questa discussione
corale dove sono intervenuti sindaco, diversi rappresentati di associazione, e
finanche la vedova di Antonio Coppola, edicolante ucciso un due anni fa dalla
barbaria di strada.
La vedova Coppola , con voce
commossa e in modo sentito, ha letto una lettera esprimendo massima vicinanza
alla famiglia, unita dal suo stesso dolore.
E l’appello di
responsabilità civile e collettiva promosso dall’associazione Libera , si
inseriva su questa lunghezza d’onda, ricordando tutte le vite innocenti
stroncate da una violenza che non possiamo accettare come normale,
“Dobbiamo sentire sulla
nostra pelle quei proiettili".
Tuttavia, se questa è la
fotografia del presidio di legalità spontaneo che si è venuto a creare a
partire da quella morte assurda; esiste la fotografia di un’altra realtà, che
si sovrappone e cancella a tratti questo tentativo di rinascita sociale .
La fotografia dell’omertà,
o peggio l’indifferenza che alberga intorno: c’è chi è rimasto in casa, non
partecipando neppure alla fiaccolata, celebratosi un mese fa, subito dopo la
morte di Andrea . E anche al trigesimo, hanno partecipato poche persone, per lo
più conoscenti e parenti della vittima, senza che quell’episodio toccasse
davvero la coscienza dell’intera comunità cittadina. Nonostante sugli articoli
di giornali si ipotizzavano altre piste , nessuno ha davvero collaborato,
neanche in forma anonima con gli organi di polizia. C’è chi addirittura non ha
rispettato il lutto cittadino; chi ha manifestato insofferenza per il fatto che
non venisse celebrata la festa di San Mauro, e chi ancora oggi vuole rompere
quel lutto cittadino con altri tipi di celebrazioni. Insomma, la vera condanna
non è solo la mano assassina di criminali, ma quel silenzio, connivenza intorno
che permette a questi ultimi di dettar legge.
Secondo il rapporto semestrale
della Dia, Casoria è una città “ad alta densità criminale”, e questo dipende
anche da quegli atteggiamenti di silenzio e connivenza.
Allora contare è necessario. Raccontare tutti
i nomi innocenti dei caduti di questa guerra assurdo, è d’obbligo:
Emilia Parisi, dodici anni fa
muore massacrata in casa a mani nude da ladri: non si conoscono ancora i nomi
degli assassini.
Due anni dopo, Stefano
ciaramella, ucciso a 17 anni da un sedicenne perché aveva difeso la sua
fidanzata.
Poi tocca a Nicola
Ferrara, 21 anni, muore per difendere il padre da due pregiudicati che lo
freddarono davanti agli occhi di madre e figlia.
Due anni fa è morto l'edicolante Antonio Coppola
per aver rimproverato un ladro d'uva.
Un anno fa a Casoria venivano assassinati idue vigilantes Gerardo
Citarelli e Pino Lotta, uccisi da rapinatori mentre svolgevano il loro lavoro;
e oggi muore il Andrea Nollino.
Se avessimo tutti sentito la
responsabilità di questi silenzi, forse questa lista sarebbe stata diversa.
Ad uccidere non sono
stati solo quei criminali, purtroppo!
Fonte: Liberaafragolacasoria.com 28 Luglio 2012
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