"Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo"

Paolo Borsellino

SPORTELLO SOS GIUSTIZIA

SPORTELLO SOS GIUSTIZIA

DALLA VOCE DI CHI NON HA VOCE


Foto di Angelo Capasso

 DALLA VOCE DI CHI NON HA VOCE 

“Non bisogna contrastare la camorra  solo con le forze dell’ordine, ma  dobbiamo soprattutto contrastare un pensiero camorristico che ci appartiene ed è parte della nostra cultura”  Don  Maurizio Patriciello, 



Dalla Redazione di Libera Presidio Territoriale AFRAGOLA - CASORIA

Se la parola preferita dalla criminalità  è quella non detta, negata da   silenzi  corresponsabili e compiacenti,  partoriti  proprio da   quel “pensiero camorristico” che è parte  integrante della nostra sotto cultura ; allora, il primo passo da compiere ,  per contrastare questa metastasi, è rompere questa distanza, e costruire  un dialogo  di legalità su più fronti  con la parte civile : questa è la sintesi dell’incontro, di  Mercoledì 7 Novembre a Casoria,  organizzato dal Presidio Territoriale di Libera Afragola - Casoria  e dall’associazione Libero Pensiero di Casoria ,  nella chiesa di S. Mauro,  gremita di cittadini sensibilizzati dall’argomento.


Un dialogo che non si è  esaurito  nel confronto avuto  ad un medesimo tavolo pubblico , dove  si è cercato, nello spazio di poche ore,  di accordare  e unificare  su un fronte unitario, le esperienze  delle diverse forze impegnate sul campo, tra associazionismo, forze dell’ordine, istituzioni, e parrocchie.
 Ma, un dialogo che - per essere autentico-  è stato declinato a partire dalla voce di chi non ha voce; dalla prospettiva di chi ha subito quella violenza criminale, e ha potuto in prima persona testimoniare quel dolore dimenticato anche dalle istituzioni preposte.

Un video, a metà  incontro,  ha proiettato, alla platea,  le diverse storie dei parenti delle vittime , registrando con le  loro testimonianze, il volto  reale della disumanità che si consuma quotidianamente nell’indifferenza di troppi .  Così, Stefano Ciaramella, Antonio CoppolaGerardo Citarella, Pino Lotta e Andrea Nollino, attraverso le parole dei loro cari, da nomi  astratti, ricordati solo di sfuggita da qualche giornalista, sono diventati un volto,   un corpo , un’anima:  e solo  da quest’angolatura- quelle scomparse-  sono   stata lette come la scomparsa di vite vissute , di un mondo fatto di relazioni simile alle nostre , che a causa di mani bastarde sono stato spezzate irreversibilmente .  

 Solo quella parole di dolore, colmano quella distanza che, ci siamo da troppo tempo, creati per auto assolverci e deresponsabilizzarci, illudendoci che queste storie sono altro da noi,  diversa dal nostro mondo quotidiano, distanti. Lacrime di sofferenza colmano quella distanza, coinvolgono la platea, mostrando  ,come quella violenza è drammaticamente vicina, alla nostra realtà, al nostro mondo. Ci riguarda.
L’assessore comunale, la Prof.ssa Luisa Marro, ha sottolineato come questo tipo di incontri  sono importanti per la salute della cittadinanza, difendendosi da quanti criticavano le troppe assenze delle istituzioni, e da quanti considerano questi eventi come “chiacchiere inutili”,  mostrando invece la parte   “costruttiva” e sinergica di questo tipo di eventi. Lo stesso sindaco Vincenzo Carfora, sulla stessa lunghezza d’onda ha più volte  promesso una vicinanza istituzionale, facendosi portavoce dei problemi, e chiedendo 
alle forze dell’ordine- presenti- un maggiore controllo.

In effetti spesso da parte della popolazione,  sorgono spontanee lamentele sulla distanza che rappresentanti istituzionali hanno con esigenze della popolazione. L’Avv.to Giuseppe Storti , che ha moderato l’incontro, ha introdotto il discorso di  Don Patriciello, presentandolo  come “testimone di verità”, affermando come  i valori evangelici, anche visti da una prospettiva laica,  restano una chiave   attuale per interpretare l’antimafia nei nostri territori, e per costruire anche un senso civico,  come  ha già dimostrato ampliamente il parroco di casa, Don mauro Zurro .

 Il discorso di Don Patriciello è stato un vibrante appello al senso civico, che non si è limitato nell’atteggiamento passivo del ricordo, ma che è ha attivamente invitato la comunità intera alla ricerca della verità , “non c’è destra e sinistra su queste questioni” “c’è  solo un popolo che chiede verità”. Una verità spesso seppellita dalle menzogne criminali, corresponsabili al disastro ambientale, altra piaga che colpisce  come una peste le nostre realtà, inquinate  anche nell’aria che respiriamo. Don Patriciello, ha raccontando il suo incontro, avuto insieme ai vari comitati territoriali, col ministro Cancellieri , “stiamo pagando le colpe di vent’anni di malgoverno”.  Ha condiviso con noi,  lo stupore  che ha espresso il ministro , quando ha visto la documentazione che fotografava la situazione delle nostre terre,  aggiungendo  sbalorditama mi hanno detto che era stata risolta”. Altra menzogna che è stata divulgata ai vertici istituzionali, per seppellire responsabilità criminali. Spesso le istituzioni locali sono sorde, ha aggiunto lo stesso  Don Patriciello, citando a mo’ di esempio, la  vicenda col prefetto che negli ultimi giorni l’ha visto protagonista mediaticamente:   “quell’inspiegabile atteggiamento, non è dovuto a  motivi  linguistici , ma perché evidentemente dava fastidio quel discorso sui rifiuti tossici provenienti dal nord Italia, e  sversati  da queste parti” . Le istituzioni debbono aprirsi e dialogare con le esigenze della cittadinanza. In conclusione dell’incontro , Geppino Fiorenza, referente di Libera Campania, ha puntualizzato che questo tipo di discussioni non  debbono assumere una  forma retorica, e  dimensione formale; ma che quelle parole possano tradursi  concretamente in azioni e diritti.  
Dopo questa discussione a  più voci , il percorso di legalità si è concluso , con un corteo che dalla basilica di San Mauro , è arrivato in villa comunale , dove è stato piantato una targa in memoria delle vittime innocenti della criminalità . Un gesto che è qualcosa di più di un simbolo, un significato che non è solo retorica, ma che è teso a trasformare le coscienze, e cambiare quel pensiero camorristica che corrompe la mentalità di parte della società civile,  anche di  quella parte che  non è direttamente affiliata a dinamiche criminali , come ha  ben argomentato Don Patriciello nel suo intervento. Se c’è una chiave di salvezza in quest’inferno, allora è offerta proprio da quella parte onesta, che  ricorda per resistere e colora il mondo di bellezza, come ricorda l’incisione della lapide : 

 “I malvagi tingono di nero la vita, 
gli onesti la colorano di bellezza







 Fonte: Redazione Libera Presidio Territoriale Afragola - Casoria




Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un tuo commento