Un anno fa……. Andrea
Perché anche L’oblio è una forma di
omicidio.
Ricordare quindi è resistere.
E guarire.
Dalla Redazione del Presido di Libera Afragola - Casoria
Criminali che scorrazzano su uno scooter.
E
Proiettili vaganti che - sbagliando
l’ obiettivo- stroncano accidentalmente
la vita di un essere umano.
Lo spazio di qualche articolo di giornale in cerca di scoop; funerali e qualche manifestazione, e poi Nulla. Silenzio. Oblio totale.
Succedeva proprio un anno fa: Andrea Nollino, titolare del bar San mauro a Casoria, veniva ucciso barbaramente, proprio davanti al suo bar mentre si accingeva ad iniziare- come ogni mattina- il suo lavoro.
Le lacrime dei conoscenti, le manifestazioni di quanti vivono questa
terra, e lo sdegno di coloro che conservano ancora la memoria di Nollino, non sono serviti però
ad innescare un senso di colpa
nazionale, una presa di coscienza istituzionale, una nuova consapevolezza
collettiva e cittadina. Nulla di tutto questo.
Non sono stati ancora trovati i responsabili, e le celebrazioni
liturgiche e le manifestazioni che si sono susseguite, e continuano a
esserci (anche oggi 26 Giugno alle ore 19 presso la Basilica di S.Mauro a Casoria ci sarà messa in suo ricordo) , non
generano quella sorta di domanda che deve interrogare i fondamenti della nostra stessa società,
l’ordine stesso costituzionale e
democratico, per dare una semplice risposta: come è possibile che un
essere umano muoia così, e poi venga dimenticato, soltanto per la colpa dell’esistenza di associazioni criminali che non dovrebbero esserci,
come sancito proprio dall’ordinamento
che costituisce lo Stato italiano?Lo spazio di qualche articolo di giornale in cerca di scoop; funerali e qualche manifestazione, e poi Nulla. Silenzio. Oblio totale.
Succedeva proprio un anno fa: Andrea Nollino, titolare del bar San mauro a Casoria, veniva ucciso barbaramente, proprio davanti al suo bar mentre si accingeva ad iniziare- come ogni mattina- il suo lavoro.
Nell’antica Roma, c’era una punizione peggiore
della morte: la damnatio memoria.
Cancellare e sopprimere dalla coscienza collettiva il nome di una
persona, equivale nel diritto romano, ad
una punizione peggiore della morte stessa. Perché allora
dopo un anno , non iniziamo a
parlare anche di quanti inconsciamente ,
hanno ucciso il nome di Andrea, semplicemente dimenticandolo?
In realtà, questa dimenticanza istituzionale, che si somma alle tante gravi
responsabilità di una coscienza collettiva e sociale inesistente, non fa altro
che rappresentare la “malattia” della nostra stessa società.
In psicanalisi, si dice,
che il processo di rimozione è legato
ad un evento spiacevole, ad una tragedia che cancelliamo alla nostra
coscienza, per non affrontarla.
Così la nostra cittadina ha rimosso quel
ricordo, per non portare alla luce le responsabilità istituzionali, per non
mettere in rilievo le mancanze
dell’indifferenza e del menefreghismo dilagante , sommate ai gravi ritardi di
un mezzogiorno abbandonato e dimenticato . Ma proprio come funziona su un
lettino di un psicanalista, si può “guarire” solo mettendo in luce quegli eventi
“cancellati”, rimossi dalla nostra coscienza , e aprendo un dibattito pubblico sulle
cause strutturali che hanno generato quella tragedia.
Si sceglie di dimenticare, e in questo
modo si è responsabili , cioè colpevoli. Ricordare la morte di
Andrea , non serve solo per dare
dignità ad un uomo barbaramente ucciso da mani criminali, ma per far
interrogare le nostre stesse istituzioni, e la nostra stessa cittadina, su
colpe che hanno voluto rimuovere, per indifferenza o negligenza. Per far
“guarire” la nostra società, è necessario mettere in luce quanto rimosso da
quest’indifferenza. Perché anche L’oblio è una forma di omicidio. Ricordare quindi è resistere. E guarire.
Fonte: www.liberaafragolacasoriaacm.blogspot.com 26 Giugno 2013
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